LA COSMOLOGIA, TRA SCIENZA E FILOSOFIA

Cos’è la Cosmologia ?

La cosmologia è la scienza che ha come oggetto di studio l'universo nel suo insieme, ed in particolare ne vuole spiegare l'origine e l'evoluzione. In pratica vuole rispondere a tutti i più antichi perché dell’uomo.

Agli inizi, quando l’uomo non disponeva ancora di adeguate cognizioni scientifiche, la
Cosmologia si è necessariamente identificata in parte con la religione ed in parte con la filosofia.
Studiando il passato si diventa più consapevoli del cammino dell’uomo in quella che si può definire “protoscienza”, e quindi delle basi su cui poggiano le nostre attuali conoscenze scientifiche. Non si può negare la bellezza e il fascino ancestrale racchiuse nelle vecchie “storie del mondo”; gli uomini che ci hanno preceduto le hanno raccontate nel tentativo di rispondere alle stesse domande che ancora oggi sono la spinta di ogni ricerca umana, sia interiore che scientifica. Le domande, comuni agli uomini di ogni cultura e civiltà, trovano quindi una prima risposta nelle cosiddette cosmologie “primitive”.
LA COSMOLOGIA INDIANA

La cosmologia indiana ha numerose fonti ed è estremamente complessa. L'enormità e la complessità della cosmologia di questa civiltà rispecchiano di fatto il suo complesso sistema sociale e sono un esempio della tendenza indiana di porre i nuovi elementi culturali accanto a quelli vecchi, in ordine gerarchico, anziché operare delle nette sostituzioni. La cosmologia indiana si complica anche per via della presenza di varie cosmologie: vedica, jaina e buddhista, che comunque, dal punto di vista dell’indagine della forma e della costituzione dell’universo, rimangono ad un livello estremamente semplice ed “ingenuo”. Agli indiani non interessava l’indagine “fisica”, ma solo quella “spirituale”.

Cosmologia Vedica
I testi di base della tradizione induista sono i Veda, la cui origine risale per le parti più antiche dai seimila ai quattromila anni fa: il loro nome deriva dalla radice sanscrita "vid" che significa "Conoscere", "Sapere". Dagli scritti si desumono due ipotesi sulla struttura dell'Universo: un universo formato da terra e cielo, ed un universo formato da terra, atmosfera e cielo.

Cosmologia Jaina
La cosmologia jaina presenta l'idea che il mondo sia un uomo enorme, a volte rappresentato come una clessidra stretta nella parte centrale.

Cosmologia Buddhista

Per i buddisti l'Universo è costituito da tre strati orizzontali: il mondo del desiderio in cui si trova la nostra terra, sovrastato dal mondo della forma e successivamente dal mondo della non forma; questa visione è probabilmente una traduzione spaziale dei diversi stati mistici della coscienza.
LA COSMOLOGIA EGIZIA

La cosmologia egiziana si è basata su coerenti principi scientifici e filosofici dell'universo come un tutto. La totalità della civiltà egiziana fu costruita su una tensione alla comprensione completa e precisa delle leggi universali. Questa tendenza alla comprensione profonda si manifestò nella realizzazione di un sistema concreto, coerente e correlato, dove arte, scienza, filosofia e religione erano intrecciate e impiegate simultaneamente in una singola ed organica Unità. Nell’antico Egitto la creazione dell’universo non è data una volta per tutte: quel momento zero è indicato nei testi come “la Prima Volta”, ma ogni attimo trascorso dopo il momento iniziale ripete la creazione, e evidenzia la tensione tra esistente e non.

In ognuna delle diverse cosmogonie che ci sono giunte, a partire dai testi incisi sulle piramidi nel III millennio a.C., la Prima Volta ha come scenario una distesa liquida illuminata, immersa nelle tenebre: il Nun. Le riflessioni egiziane attorno a questa entità (o a questo “stato” della materia) sono quanto di più simile ad una teoria scientifica che l’Egitto abbia prodotto. Il Nun non diventò mai un’entità divina, ma fu il vero protagonista delle varie cosmologie. Il Nun è "anteriore" all'acqua, è “il non esistente”, in esso non vi è né spazio né tempo, non vi è movimento né luce. Il non-esistente per gli antichi Egiziani non coincide dunque con il nulla, ma con la materia sottratta alle leggi dell’universo spazio-temporale e aggregata in un’unica unità compatta. Materia e energia: tutto è già presente da sempre, ma in uno stato di “sonnolenza”. Questo il quadro del non-tempo che precedette la Prima Volta.

La natura dell’evento che intervenne a spezzare la staticità di quell’equilibrio originario fu un punto critico anche per la cosmologia egiziana: del resto questo è un “perché” che non ha attualmente trovato risposte nemmeno nei modelli cosmologici moderni.
LA COSMOLOGIA CINESE

Tra le varie cosmologie che si svilupparono in Cina nel corso di svariati millenni, ricordiamo in particolare una delle più recenti ed elaborate, la cosmologia Taoista.

Secondo la cosmogonia dal Tao, in origine nascono Yin e Yang, le due qualità energetiche primordiali, e da questi si genera la triade Cielo-Uomo-Terra, che racchiude in sé tutto il vivente: l'Uomo è compreso tra il Cielo e la Terra ed è originato da essi. Il concetto fondamentale è che nella vita e nella storia c'è un movimento continuo che porta a un alternarsi degli opposti, che però sono in perfetto equilibrio nell'universo.

Si arrivò così all’intuizione dell’unità di terra-uomo-cielo (Tu-Ren-Tien), per cui lo studio di un caso particolare dell’esperienza era considerato sufficiente per scoprire la verità generatrice di tutti i casi reali o possibili dell’universo. L’uomo doveva seguire i corsi ed i ritmi del cosmo e rifletterli in sé, attraverso i complementari Yin e Yang, temi fondamentali della loro filosofia, concepiti come tempi opposti ed alternati di “riposo” ed “azione” dell’attività umana, concatenati dalla loro successione armonica che è la “legge universale” o Dao (Tao).

Il termine “Universo”, Yuzhou, è composto dei due caratteri “spazio-tempo”. I Cinesi avevano intuito il “continuum spazio-temporale”. L’Universo era da loro concepito come uno spazio temporalizzato, che presuppone un incessante movimento in cui, il “generatore non generato”, l’energia trasformatrice non soggetta a trasformazioni, porta alla cognizione della realtà come mutamento, e questo è il risultato dell’azione costante e alterna di yin e yang. Universo è quindi “mutamento armonico”, dove la mutazione è movimento ordinato.
LA COSMOLOGIA MESOPOTAMICA

Per i Sumeri l'universo non aveva limiti, né nel tempo né nello spazio, ma era eterno ed infinito. Essi lo chiamavano il mare primordiale; in un indefinito punto di esso era sospesa una sfera divisa nettamente in due parti. Quella superiore era il cielo, chiamato AN, sul quale si muovevano tutti gli astri. La parte inferiore della semisfera era il mondo sotterraneo, che non si poteva vedere, e nel quale erano collocati gli inferi, KUR. Tra le due semisfere vi era un disco piatto, la Terra, chiamata KI. La Terra galleggiava su un disco più grande da cui si alimentavano tutte le fonti della terra, che era composto da acqua dolce e circondato da un oceano immenso e da alte montagne.
LA COSMOLOGIA EBRAICA

In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.

Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina, un primo giorno...
LA COSMOLOGIA GRECA

I primi greci ritenevano che la Terra fosse costituita da un disco circolare circondato dal grande Fiume Oceano, in perpetuo corso e sormontato dalla conca emisferica del cielo.
Questa rappresentazione del mondo poneva immediatamente il problema di cosa accadeva alle stelle, al Sole e agli altri pianeti quando sparivano all'orizzonte occidentale. Anticamente i greci ritenevano che tutti i corpi celesti, dopo aver compiuto il loro percorso sulla semisfera del cielo, si immergessero nei flutti di Oceano e girassero intorno all'orizzonte verso nord, riapparendo più tardi ad est al momento del loro sorgere.

Ma, al di là dei miti, i pensatori greci non si erano lasciati per nulla ingannare. Il filosofo greco Aristotele affermò nei suoi scritti che la Terra era sferica, a causa dell'ombra circolare proiettata sulla Luna durante un'eclisse lunare. Un altro motivo era che alcune stelle visibili dall'Egitto non risultano più visibili andando più verso nord.

Il filosofo Eratostene di Alessandria andò ancora oltre e stimò le dimensioni della Terra, producendo un risultato pari a 46250 chilometri, non molto lontano dall'effettiva circonferenza terrestre che è di circa 40000 chilometri.
LA COSMOLOGIA PRECOLOMBIANA

Nella cosmogonia azteca il mondo, solitamente rappresentato in forma di croce, ha già conosciuto quattro ere, quattro soli, prima di quello attuale. Ogni periodo era stato controllato da una divinità che aveva il compito di reggere il sole. Dopo qualche tempo questo dio veniva sconfitto da un altro e cadeva sulla terra, diventando l’artefice della sua distruzione attraverso un uso deviato della sua forza. In ogni era l’uomo era condizionato dal potere di un elemento primario e subiva una trasformazione: si trattava di fatto di un processo alchemico che aveva lo scopo di passare dal mondo della materia a quello dello spirito.


Si susseguirono così il periodo Terra, il periodo Vento, il periodo Pioggia e il periodo Acqua. Ogni era si chiudeva con un fallimento e la materia ritornava ogni volta inerte. L'universo degli aztechi era quindi un universo fragile, continuamente minacciato dall’imminente distruzione, nel quale gli uomini svolgevano un ruolo insignificante: il loro unico dovere era quello di combattere e di morire per gli dèi e per la conservazione del mondo, fornendo il sangue dei sacrifici. Quando venne incisa la famosa Pietra del Sole, nella quale gli aztechi registrarono la storia delle precedente creazioni, il pianeta si trovava nel quinto esperimento cosmico, il periodo Terremoto. In questo periodo Quetzalcoàlt, il Serpente Piumato, una delle poche divinità azteche non truculente in cui si congiungono i poteri antitetici del cielo e della terra, rinasce sotto spoglie umane, si costruisce un’imbarcazione fatta di serpenti e parte verso il luogo in cui nasce il sole. Prima di andarsene però avverte che ritornerà nel suo regno in una data che corrisponde al 1519, il “caso volle” esattamente l’anno in cui Hernàn Cortés giunge in quelle terre, con una croce come insegna. Il resto è storia nota.
La Mitologia Greca - culti e credenze nell'antica Grecia.
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L’universo uovo (o clessidra) della cosmologia Jaina
Il Cielo e la Terra
L’Universo secondo la Cosmologia Kai Thien (modello a tenda mongola)
Yin e Yang
L'Universo Sumero
Rotoli Ebraici
Cosmologia della Grecia arcaica
La Pietra del Sole
L'uomo al centro e le corrispondenze con i quattro elementi (G. Welling, Opus)
Cosmologia, L'Universo Medievale
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