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Ho già detto che ho letto tantissimi libri ma forse mai nessuno in maniera scrupolosa e completa. Pazienza ne ho poca, talvolta mi viene da "saltare" qualche pezzo (magari i passi più "noiosi").
Attraverso la lettura possiamo venire a contatto con centinaia di migliaia di altre vite oltre che con la nostra e possiamo comunicare con saggi e filosofi che sono vissuti anche migliaia di anni fa.
Leggere è come fare un’escursione. Si può viaggiare in ogni direzione e conoscere nuovi luoghi e nuove persone. Leggere trascende il tempo e lo spazio. I libri ci trasportano in altri paesi dove possiamo incontrare personaggi che possono diventare i nostri maestri di vita, che possono aiutarci a trovare le risposte ai nostri quesiti. I libri possono dare l’opportunità di partecipare a una spedizione con Alessandro Magno o di diventare amici di persone come Socrate o Platone e intrattenere una conversazione con loro.
Non siamo costretti a limitarci alle nostre esperienze personali, attraverso la lettura delle biografie di uomini di successo, possiamo fare nostre le loro esperienze e possiamo sviluppare nuove idee e nuovi punti di vista. Un buon libro ci dà la possibilità di appropriarci del modo di pensare dell’autore, di provare le sue stesse emozioni, di usare l’immaginazione proprio come fa lui. In questo modo le sue esperienze diventano le nostre.
Questo è il potere della lettura. Essa apre infinite strade verso i tesori dello spirito umano di tutte le epoche e di tutte le parti del mondo. Ci permette di raggiungere una profonda capacità di comprensione della vita e della gente, per offrire a noi stessi la più ampia possibilità di scelta. Chi è consapevole di questo possiede una ricchezza infinita.
J.R.R. Tolkien recita "Namárië", noto anche come il "Lamento di Galadriel",  poema in versi da Lui composto nella sua lingua artificiale Quenya
Per un lettore con poca pazienza come me, può stupire che abbia letteralmente adorato "Il Signore degli Anelli". Non penso sia il caso di presentarvelo, comunque, per quei, spero, pochi che non lo conoscessero, si tratta di un romanzo epico fantasy scritto da John Ronald Reuel Tolkien,  ambientato alla fine della Terza Era, nell'immaginaria Terra di Mezzo. Scritto a più riprese tra il 1937 e il 1949, fu pubblicato in tre volumi tra il 1954 e il 1955. Tradotto in almeno 38 lingue, con decine di riedizioni ciascuna, resta una delle più popolari opere letterarie del XX secolo, oltre che rappresentare la quintessenza del genere fantasy.
La narrazione riprende dove si era interrotto un precedente romanzo di Tolkien, Lo Hobbit, ma questa nuova storia, incentrata sul personaggio di Frodo, abbraccia un'ambientazione di più ampio respiro, attingendo pienamente al vasto corpus storico, mitologico e linguistico creato ed elaborato dall'autore nel corso di tutta la sua vita. L'intera saga ha esercitato nel tempo un influsso culturale e mediatico a diversi livelli, ottenendo attenzione sia da parte di critici, autori e studiosi, che da parte di semplici appassionati che hanno dato vita a gruppi e associazioni culturali, come le varie società tolkieniane, sparse in tutto il mondo. Il romanzo ha ispirato, e continua ad ispirare altri libri, videogiochi, composizioni musicali, ed è stato adattato per la radio, il teatro ed il cinema, come nel caso della "maestosa" trilogia diretta dal bravissimo Peter Jackson.
Da ragazzino mi ero avvicinato ai racconti di Edgar Allan Poe per curiosità, giusto perchè una mia cugina mi aveva raccontato alcune storie spaventose ispirandosi a qualche suo racconto. Talvolta attorno a un nome si crea una sorta di atmosfera particolare, che conferisce al suo portatore un preciso carattere, una sorta di qualifica di cui sarà impossibile liberarsi. È ciò che è successo a Edgar Allan Poe. Si può forse pensare a questo geniale scrittore senza che la parola horror si formi nella nostra mente ? La risposta è no. È il Maestro del terrore. Lo è da sempre. Eppure Poe non ha scritto esclusivamente racconti dell’orrore.
Neanche un terzo dei suoi racconti può essere classificato nel genere horror. La prima raccolta dei suoi racconti che ho letto conteneva ovviamente i più conosciuti, come I delitti della Rue Morgue, Il pozzo e il pendolo, Il barile di Amontillado, Il gatto nero, e così via. Racconti storici, polizieschi, avventurosi, drammatici: Poe ha narrato storie perfettamente probabili, ha creato situazioni magari assurde, ma pur sempre con elementi più che reali. Che cosa ha scritto, dunque, Poe di così orribile ?
L'orrore che Poe riesce a creare in noi non ha bisogno di "effetti speciali" o di "sarabande di diavoli", Poe ha sondato un orrore interno, sempre più psicologico che fisico. Anche se talvolta il turbamento interiore del protagonista sfocia in un delitto, non esistono forze soprannaturali che intervengono nella storia. Poe ha raccontato il vero orrore dell’uomo, nato da un dramma e da un dolore. Poe ha forse voluto liberarsi della sofferenza che aveva dentro, regalandoci storie che resteranno sempre ben presenti nella letteratura.
Un racconto di Edgar Allan Poe Il Cuore Rivelatore
Leggere, leggere, leggere !
Un libro ti cambia, e non importa come...
Alcuni buoni libri orientano, ispirano, insegnano, conversano. Non sono la vita, ma aiutano a viverla con maggiore consapevolezza, e poi combattono l'ignoranza...
Beppe Grillo - perchè l'E-book tarda a decollare ?
Un racconto di Edgar Allan Poe  Il ritratto ovale
Morella, un racconto di Edgar Allan Poe
Ho citato solo due dei miei scrittori preferiti, ce ne sono molti altri, e altri ne verranno, in definitiva non importa cosa leggete, l'importante e' che leggiate, basta che non siano "solo" giornali sportivi o idiozie su Facebook. E qualora qualcuno obiettasse che non val la pena di far tanta "fatica", citerò Cioran, un pensatore contemporaneo che solo ora si comincia a tradurre in Italia: Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando un'aria sul flauto. «A cosa ti servirà ?» - gli fu chiesto - «A sapere quest'aria prima di morire» - Lui rispose.
Una famosa poesia di Poe - Il Corvo